Giuseppe Tassinari

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Giuseppe Tassinari nacque a Perugia nel 1891. Compì gli studi presso  il Regio Istituto Agrario Sperimentale della città umbra, dove si laureò a pieni voti assoluti e lode il 4 luglio 1912. Nel 1914 fu richiamato alle armi e, dopo aver trascorso complessivamente cinque anni e otto mesi in servizio militare, fu definitivamente congedato nell’aprile 1919. Nello stesso  anno si laureò, sempre col massimo dei voti e lode, presso il R. Istituto Superiore Forestale e venne nominato assistente alla Cattedra di Economia Forestale ed Estimo nel R. Istituto Superiore Forestale Nazionale di Firenze.


Nell’ottobre 1925 fu chiamato a coprire la Cattedra di Economia e Politica Agraria nella R. Università di Bologna e nel 1926 fu promosso professore ordinario con l’unanimità dei voti.


Nel frattempo aveva ricoperto una molteplice quantità di incarichi: da membro della Commissione di studio per l’elettrificazione delle campagne ad organizzatore in Italia di un Ufficio di contabilità agraria, da collaboratore per la stima dei latifondi siciliani espropriati ad esperto per varie ricerche economiche, da professore straordinario di Economia Rurale Estimo e Contabilità Agraria presso il R. Istituto Superiore Agrario di Perugia a consulente di vari Ministeri.

Nei primi mesi del 1933 divenne direttore del Regio Istituto Superiore Agrario di Bologna; l’anno successivo, con la trasformazione dell’Istituto in Facoltà, assunse la carica di preside, che manterrà fino al momento della sua scomparsa.

Tassinari fece parte del Comitato direttivo dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria dalla fondazione (1929) fino al 1939, quando assunse la carica di presidente, succedendo ad Arrigo Serpieri.

Per ciò che riguarda i suoi rapporti con l'Accademia dei Georgofili, Giuseppe Tassinari fu eletto socio corrispondente nel giugno 1920, dopo la lettura su Le recenti agitazioni agrarie nell’Italia centrale e le condizioni economiche dei mezzadri. Divenne Accademico ordinario nel 1932.Il 7 gennaio 1940 lesse la prolusione al 187° anno accademico.

La carriera politica di Tassinari lo vide eletto deputato nel 1929 e confermato nel 1934. Nel marzo 1931 fu nominato per acclamazione presidente della Confederazione Agricoltori (che lascerà nel dicembre del 1933) e nel maggio dello stesso anno divenne membro del Gran Consiglio del Fascismo.

Dal 1935 al 1939 fu Sottosegretario di Stato al Ministero per l’Agricoltura e Foreste e dal 1939 al 1941 Ministro. L’anno in cui fu nominato Ministro fu anche rieletto membro del Gran Consiglio del Fascismo e nominato membro della Commissione Suprema di difesa, del Comitato dei Ministri per il credito, del Comitato Corporativo Centrale e della Commissione Suprema per l’autarchia.

Il 28 febbraio 1940 fu nominato presidente del Comitato Nazionale per l’Agricoltura del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Con Decreto Legge 27 dicembre 1940 gli furono affidati tutti i servizi dell’alimentazione (approvvigionamenti e consumi) del Paese in guerra (popolazione civile e forze armate).
Nell’ottobre 1942, durante il Congresso di economia e politica agraria di Dresda, gli venne annunciato il conferimento della laurea honoris causa, che gli venne assegnata l’anno successivo, decretato dall’Università di Berlino.

Nel 1943 aderì alla Repubblica sociale italiana.

Morì a Desenzano del Garda nel dicembre 1944, vittima di un bombardamento aereo.

La produzione bibliografica di Tassinari è molto vasta, sia per la sua rilevanza di studioso   sia per l’importanza delle cariche pubbliche ricoperte durante il periodo fascista. Va anche ricordato che nell’aprile del 1937 fu nominato collaboratore fisso, per la parte economico-finanziaria, del “Corriere della Sera”. Fra le tante altre opere  creò il Manuale dell’agronomo che dal 1941 è tuttora ristampato.
La notevole mole di materiale appartenuta al Tassinari è stata catalogata con la volontà di tenere fondamentalmente separate l’opera scientifica ed accademica dall’attività politica,  che pure   tanta parte ebbe nella vita di Giuseppe Tassinari.

Consulta l'archivio Tassinari (a cura di Stefania Rossi Cattré)