Incendi boschivi: nuovi paradigmi tra prevenzione, gestione e ricostituzione


La vastità ed intensità degli incendi disastrosi che si sono succeduti negli ultimi anni a livello globale, con particolare veemenza nell’estate 2021 e purtroppo anche nel nostro Paese, confermano che le attuali procedure attuative di lotta ed intervento, non rappresentano soluzioni di contrasto veramente efficaci. 
Tra l’altro si deve aggiungere la presenza di almeno due fattori di più recente insorgenza che concorrono alla tragicità degli effetti devastanti. Il primo è quello intrinseco legato all’azione dei cambiamenti climatici (aumento spazio/tempo dei valori di temperatura e dei periodi di siccità). Il secondo è rappresentato dal limite operativo di intervento (la cosiddetta control capacity) che è invalicabile nelle condizioni operative attuali  ed accettato internazionalmente in un valore dell’intensità sul fronte dell’incendio di 10.000kW/m. Ciò significa che il modello operativo è in grado di intervenire efficacemente  su di una maggioranza di incendi di importanza medio piccola, che determinano una modesta area percorsa in complesso, ma senza alcuna efficacia  su incendi di notevole intensità e tanto meno sui pochi ma disastrosi  incendi estremi.
Alla tragicità degli effetti dell’incendio partecipano poi anche altre componenti strutturali, relative all’uso ed alla gestione delle risorse del territorio. Ad esempio la presenza di villaggi turistici residenziali all’interno dei soprassuoli, spesso realizzati con conifere lungo le coste della nostra penisola nell’ambito delle azioni di bonifica ambientale, rappresenta fonte di ulteriore e grave preoccupazione poiché incendi in queste condizioni, definiti di interfaccia, uniscono alla difficoltà di controllo e quella di organizzare e gestire interventi complessi.
Con questa Giornata di studio, l’Accademia dei Georgofili, congiuntamente all’Accademia Italiana di Scienze Forestali, intende approfondire alcuni degli aspetti di maggiore portata nella lotta contro gli incendi tra cui la conoscenza delle cause e le motivazioni di questi, gli effetti e le conseguenze più dirompenti del loro passaggio, le tecnologie più efficaci per il più rapido avvistamento ed intervento, le metodologie più idonee per il ripristino ambientale. Non ultima l’ipotesi di un cambio di approccio, passando da una impostazione puramente reattiva ad una proattiva, in cui la prevenzione, finora del tutto trascurata, occupi un posto di rilievo e possa utilmente agire riducendo la probabilità che incendi estremi possano verificarsi.

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