Flavescenza dorata e Scaphoideus titanus: un terribile binomio per il vigneto

Sezione Centro Ovest dei Georgofili

Esemplari di Scaphoideus titanus, principale vettore di fitoplasmi associati a flavescenza dorata (FD) della vite, furono per la prima volta rilevati in Toscana, in provincia di Massa Carrara, a cavallo del 2000, anno di emanazione del decreto ministeriale di lotta obbligatoria contro FD in Italia. Da allora, la diffusione delle popolazioni di S. titanus nei distretti viticoli regionali ha tendenzialmente preceduto, come nella maggior parte dei casi, la disseminazione di focolai della malattia. Negli ultimi tre-quattro anni, analogamente a quanto verificatosi in regioni del nord d’Italia, i focolai di FD hanno mostrato un’impennata numerica, assumendo per di più, in molti casi, tipiche caratteristiche epidemiche. Appare tuttavia chiaro, che, nonostante alcuni importanti successi, la gestione ecosistemica dei rapporti vigneto/vettori/fitoplasmi ha lasciato a desiderare nonostante le normative ad hoc aggiornate annualmente dai Servizi Fitosanitari Regionali (SFR). È probabile che le recenti revoche di alcuni insetticidi organici di sintesi, abbiano pesato sul contenimento non ottimale delle popolazioni di S. titanus, ma ora più che mai è necessario operare in termini di informazione, formazione e gestione comprensoriale dell’agro-ecosistema viticolo, così come risulta dal recepimento di queste istanze nella recente Ordinanza ministeriale sulle “Misure fitosanitarie d’emergenza per il contrasto di Grapevine flavescence dorée phytoplasma”.

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