Cambiamento climatico e risalita del cuneo salino: casi studio nell'Alto Adriatico

Sezione Nord Est dei Georgofili

Giornata di studio online

Il suolo per sua natura non è impermeabile e l’acqua si infiltra nel terreno e nelle rocce. Nell’entroterra è presente acqua dolce, nel fondale marino quella salata. Quando le due acque sotterranee si incontrano, lungo le zone costiere, l’acqua marina si “incunea” al di sotto di quella dolce dato che l’acqua salata possiede una maggiore concentrazione di sali minerali che la rendono più densa rispetto a quella dolce. In questo modo l’acqua salata sotterranea assume la forma di un cuneo. È un fenomeno naturale che è sempre esistito ma diventa un problema quando il cuneo penetra verso l’entroterra. Questo può avvenire per diversi fattori, naturali o antropici. Tra le cause naturali si possono citare il livello del mare, le mareggiate e la siccità. Tra quelle antropiche il prelievo di acqua, la canalizzazione e l’urbanizzazione. In Italia la risalita del cuneo salino è un problema importante, una penisola con oltre 8 mila chilometri di coste. La siccità diventa un problema sempre più grave e le risorse idriche del sottosuolo talvolta sono sovrautilizzate per usi agricoli, specie in primavera e in estate. Questi due fattori comportano una importante risalita dell’acqua marina, in particolare lungo le foci dei fiumi. Nell’estate del 2022 il cuneo salino ad esempio è risalito per ben 30 chilometri lungo il corso del Po. Ma anche altri fiumi, soprattutto quelli che sfociano nell’Adriatico settentrionale, come il Piave e l’Adige, hanno presentato problemi simili. Una oculata scelta colturale e varietale, un’adeguata irrigazione e alcune tecniche specifiche rendono possibile una proficua coltivazione anche dei terreni ad elevato contenuto salino e con acque salmastre. La salinità dei terreni può inoltre compromettere la funzionalità dei macchinari agricoli.

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