Archivio Digitale: il nuovo progetto realizzato dai Georgofili

La valorizzazione del patrimonio storico culturale dell’Accademia dei Georgofili si è arricchito grazie al completamento di un nuovo progetto – “Archivio Digitale” – che è già disponibile online nel sito web dell’Accademia. Si tratta di un’iniziativa di estrema importanza che, oltre a mettere a disposizione degli studiosi l’inventario digitale dell’Archivio storico dei Georgofili, mira anche a per porre le basi per ulteriori implementazioni, come la digitalizzazione dell’archivio o il collegamento in rete con altre storiche istituzioni. 

Qualche breve cenno è opportuno per ricordare la consistenza e la peculiarità del patrimonio archivistico dei Georgofili.

Oltre alla documentazione interna (amministrazione, carteggi ecc.), l’archivio storico dell’Accademia riflette l’articolata rete di attività e studi promossi dai Georgofili nei primi due secoli di attività (1753-1960), e si integra con gli strumenti di divulgazione a stampa che l’Accademia ha adottato e realizzato fin dalle sue origini, come gli “Atti dei Georgofili” o il “Giornale Agrario Toscano”. L’archivio si compone di due principali fondi, “Archivio storico” (1753-1911) e “Archivio storico sezione contemporanea” (1900-1960), composti rispettivamente da 12.000 e 15.000 documenti. Ma il patrimonio dell’Accademia è arricchito anche da altri archivi detti “aggregati”, relativi a istituzioni collegate o ideate dai Georgofili, come nel caso della Società Botanica di Firenze, della Società Toscana per l’Orticoltura, della Società per il “Reciproco insegnamento”, dell’Istituto Agrario Femminile e di Economia Domestica “Alfieri-Cavour”. Sono conservati inoltre archivi privati di eminenti figure del mondo degli studi e della ricerca in agricoltura del XX secolo – ad esempio gli archivi Tassinari, Pecchioli, Venerosi Pesciolini, Pestellini, Del Pelo Pardi, Scaramuzzi –, che sono stati donati nel tempo ai Georgofili (i più recenti sono in corso di inventariazione).

Con questo progetto i Georgofili hanno non soltanto portato a termine la digitalizzazione dell’inventario del proprio archivio, ma hanno anche posto le basi per elaborare nuove strategie e nuove opportunità per la ricerca e la conoscenza storica.