L’unità del sapere

Il Presidente dei Georgofili Massimo Vincenzini ha evidenziato nella sua Relazione che proprio la non separazione degli Accademici in ambiti disciplinari diversi o la loro suddivisione in settori tipicamente umanistici e scientifici è alla base della credibilità storicamente riconosciuta alle sintesi che i Georgofili hanno prodotto al termine dei loro dibattimenti.

A tale proposito, Vincenzini si interroga: perché l’inoppugnabilità della prova scientifica è sempre più spesso messa in discussione? E cita un recente articolo dell’Accademico Consigliere Paolo Nanni, il quale osserva che “in un dialogo con il vasto pubblico, non è sufficiente la sola enunciazione di una verità accertata, o scientificamente dimostrata, se rimane isolata o insensibile ad altre aspettative che il vivere civile esige. Non basta la completezza dei dati, occorre anche avere accuratezza verso il contesto e gli interlocutori” e continua manifestando “ la necessità di recuperare un dialogo costante tra settori che tradizionalmente abbiamo distinto in umanistici e scientifici” (Georgofili Info, 30.01.2019-http://www.georgofili.info/detail.aspx?id=11212).

È dunque proprio l’unità l’antica divisa dell’Accademia che, fin dall’origine, è stata attiva nell’accordare studi in vari settori al fine supremo della pubblica utilità, contrastando la frammentazione del sapere, opponendogli la sua stessa ragionevole unità (M. Tabarrini, Relazione annuale del segretario, Atti dei Georgofili, 1851).

Sull’unità del sapere, si suggerisce la lettura dell’ articolo: Why science needs philosophy (PNAS, March 5, 2019 - https://www.pnas.org/content/116/10/3948 )